Lo Stop definitivo da parte del Consiglio e del Parlamento Europeo alla vendita e all’immatricolazione dal 2035 di veicoli a motore termico, alimentati a benzina o a diesel, ha acceso il dibattito sul tema dei carburanti ecologici alternativi a quelli tradizionali oggi in uso.
Nelle ultime settimane si parla sempre con più insistenza di e-fuel e biocarburanti, estremo tentativo di mantenere in vita il motore endotermico a combustione.
Germania e Italia hanno chiesto deroghe: quella italiana sui biocarburanti è stata respinta, quella tedesca sugli e-fuel, è stata accolta, riuscendo a trovare un accordo con Bruxelles per l’esenzione dallo stop per le auto che utilizzano e-fuel.
Cosa sono gli E-Fuel e i Biocarburanti?
E-Fuel
L’ E-Fuel, per esteso electrofuel, è un carburante sintetico composto da monossido di carbonio e idrogeno. Quest’ultimo si ricava attraverso un processo di elettrolisi dell’acqua che viene scomposta nei suoi elementi base, ossigeno e idrogeno, mentre il monossido di carbonio si ricava convertendo l’anidride carbonica (CO2) presente nell’atmosfera. Proprio su questo aspetto puntano forte i sostenitori degli e-fuel, ovvero sul fatto che, durante la combustione, dai tubi di scarico delle auto viene rilasciata la stessa quantità di CO2 che è stata prelevata dall’atmosfera per produrre questo carburante sintetico, quindi la differenza fra l’anidride carbonica sottratta dall’atmosfera per produrre e-fuel e l’anidride carbonica reintrodotta nell’atmosfera stessa in fase di combustione è pari a zero: non viene immessa nell’aria nuova CO2!
L’idrogeno invece, come già anticipato, si ottiene scomponendo la molecola dell’acqua e per far ciò occorre una grande quantità di energia elettrica e di acqua: per ogni Kg di idrogeno occorrono 9 Kg di acqua e 55 kWh di energia elettrica, pari al consumo elettrico settimanale di una famiglia italiana.
Questo rappresenta l’aspetto più avverso del processo produttivo degli e-fuel che richiedono quantità di energia molto superiori rispetto alla produzione e alla distribuzione diretta di elettricità che alimenta le batterie delle auto elettriche.
Biocarburanti
I biocarburanti sono combustibili ricavati da fonti vegetali rinnovabili attraverso processi chimici. I principali biocarburanti sono il bioetanolo e il biodiesel.
Questi carburanti di origine vegetale provengono da colture agricole, quali grano, mais, canna da zucchero, ecc. Ciò comporta una significativa riduzione di emissioni di CO2, in quanto si evitano processi di estrazione e consumo di fonti fossili.
Tuttavia, la fase di produzione dei biocarburanti è subordinata alla disponibilità di terreni fertili e si corre il rischio di dover sottrarre risorse destinate alla filiera alimentare o di favorire la deforestazione al fine di avere più terre da coltivare.
Per ricavare biocarburanti è possibile sfruttare anche rifiuti organici e gli olii esausti della ristorazione che andrebbero comunque importati in quanto ogni anno in Italia se ne recuperano circa 40.000 tonnellate che, se fossero convertite in biocarburante, rappresenterebbero lo 0,25% del consumo annuo nazionale.
L’Eni punta sui Biocarburanti
Il Governo italiano sta spingendo con decisione sui biocarburanti affinché l’Europa conceda una deroga sull’utilizzo di “carburanti ecologici” anche dopo il 2035. Bruxelles Ha respinto la richiesta dell’Italia poiché i biocarburanti non sarebbero 100% neutrali in termini di emissioni di CO2. Deroga invece concessa alla Germania per gli E-Fuel, considerati neutrali.
Dietro questo forte interesse dell’Italia c’è Eni che da anni sta investendo molto nella ricerca e nella produzione di biocarburanti. Già nel 2014 la raffineria di Porto Marghera, a Venezia, è stata riconvertita al bio e nel 2019 quella di Gela: questi due impianti trasformano in carburante verde i grassi animali, gli oli esausti dei ristoranti e gli oli estratti da colture dedicate che, come sostiene Eni stessa, non ostacolano la produzione agricola.
L’obiettivo della multinazionale energetica è di produrre, entro un decennio, 6 milioni di tonnellate di biocarburante ogni anno. Nel progetto di Eni svolge un ruolo principale l’Africa, in particolare il Kenya, il Mozambico e il Congo, dove sono già state realizzate piantagioni, chiamate agrihub, di colture oleaginose, in particolare il ricino, che richiedono poca acqua.
Eni sostiene che “gli oli vegetali provenienti dall’agricoltura e destinati ai biocarburanti non impattano sulla produzione di cibo e non causano deforestazione. I terreni individuati per la coltivazione nei Paesi sono per lo più aree abbandonate o molto degradate, a causa di fenomeni quali la desertificazione, l’erosione, la siccità e l’inquinamento. Attraverso questi progetti, le aree sono valorizzate, generando un impatto positivo sugli agricoltori, che possono avere entrate dirette e sicure e nel lungo periodo.”
E-Fuel e Biocarburanti sono a “Zero Emissioni”?
Secondo uno studio di Transport & Environment, Federazione europea che promuove politiche di trasporto a zero emissioni, se consideriamo un’auto alimentata da carburante sintetico, anche chiamato e-fuel, prodotto interamente da energia 100% rinnovabile (come già scritto per produrre e-fuel occorre una quantità di energia molto superiore a quella necessaria ad alimentare le auto elettriche) le emissioni di CO2 calano dell’82% rispetto ad una tradizionale auto con motore endotermico.
Anche per i biocarburanti, non si raggiunge la neutralità carbonica in quanto la CO2 emessa durante i processi produttivi e dall’auto in movimento è superiore a quella assorbita dalle piantagioni destinate alla produzione di biocarburante.
Inoltre, durante la fase di combustione non viene emessa nell’aria soltanto anidride carbonica ma anche altri gas nocivi come particolato, ossidi e monossidi di azoto e idrocarburi incomposti che rimangono seppur in maniera inferiore rispetto alle auto tradizionali.
Efficienza energetica
L’auto elettrica ha un grande vantaggio in termini di efficienza energetica rispetto all’auto alimentata da carburante sintetico. L’efficienza energetica possiamo definirla come la capacità delle auto di trasformare l’energia fornita dal sistema di alimentazione (carburante o batteria) in energia cinetica da trasmettere alle ruote.
Secondo uno studio di Transport & Environment (T&E), l’e-fuel ha un’efficienza complessiva bassissima, del 16-20% circa, mentre le auto elettriche raggiungono picchi del 77%. Dati in linea con una ricerca condotta da IccT (International council on Clean transportation), secondo cui l’efficienza energetica è del 72%. In conclusione possiamo affermare che, a parità di energia elettrica, le auto alimentate a batteria possono percorrere una distanza quasi 5 volte superiore ad un’auto alimentata da carburante sintetico, il quale richiede una quantità notevole di energia durante tutte le fasi della sua produzione.
0 commenti